Massimo Guastella:
Cominciando da concettualismi artepoveristi, nelle giovanili fasi di formazione, e procedendo verso la sperimentazione di materiali cartaceo-cromatici per composizioni astratte entro progettazioni confinate al breve-medio periodo, Mimmo Epicoco ha inteso il processo creativo non solamente o prioritariamente finalizzato all'esposizione nelle gallerie. Lui si dimostra scettico sugli orientamenti usa e getta che il mercato odierno riserva al prodotto artistico. Opta, in preferenza, su modi del fare arte che abbiano, parallelamente alla stabile diffusione, effettiva tenuta culturale, in termini di impegno sociale e politico dell’artista. Concezione che apparirà desueta ai più, schiavi del modernismo modaiolo, del trend giovanilista e del valore unicamente venale assegnato al prodotto artistico. (2006)
Ivana D'Agostino:
"In tutte le periferie dove l’indifferenza e la prepotenza saranno costanti mezzi di repressione ci sarà sempre un piccolo pezzo di gesso che segnerà di bianco il nero dell’asfalto." Con questa frase riportata in margine al catalogo della mostra "Limite secolo" a cui l’artista partecipava nel ’98, Cosimo Epicoco eleva a significato universale la difficoltà comune a tutte le periferie del mondo a mantenere la saldezza dell’identità culturale in luoghi spesso privi di necessità intellettuali. La personale esperienza, esistenziale e di artista, maturata in terra di Puglia, fertile di idee e di artisti ma spesso priva di quell’intorno indispensabile a fare esprimere quelle idee e fare crescere quegli artisti al meglio, è per Epicoco, Mimmo per gli amici, elemento di riflessione che affida all’arte, laddove l’abbandono e l’indifferenza diventano le prerogative dell’esistere, il suo messaggio e il suo rifiuto di essere solo un pensiero negato o una lingua tagliata. E questo, in mancanza d’altro, manifestandolo con forza anche unicamente con il segno del gessetto a terra, che se ci rimanda, come fa, alla libertà del gioco infantile, forse l’unica libertà concessa in certe realtà emarginate, ci trasmette anche la volontà di chi vuole, nonostante tutto, marcare il territorio, delimitare uno suo spazio fisico in cui dare voce al personale pensiero. Un pensiero che nel ’98 Mimmo esercitava in pittura attraverso tele di pura luce e colore. In quegli anni, e ancora prima quando studiava pittura all’Accademia di Lecce, i suoi quadri sprigionavano e trasmettevano un suo modo particolare di esercitare la pittura informale di derivazione lirica, coglibile attraverso filtri interposti, garze imbibite di colore che schermavano l’affioramento di cromìe brillantissime, tuttavia serrate all’interno di equilibri compositivi di natura classica. (2005)
Domenico Saponaro
Il percorso artistico di Cosimo Epicoco, classe 1967, è caratterizzato da un’evoluzione lenta e continua, segnata da poche fasi. Questo per dire che, nel caso dell’artista pugliese gli stadi evolutivi sono i momenti di una maturazione consolidatasi con ampia gradualità; per poter affermare, dunque, che ciò rappresenta una crescita fondata su un’indagine meditata e approfondita, eticamente consapevole dei propri mezzi e delle proprie attitudini.