San Paolo protettore e reduce di un retaggio culturale in cui la donna, più che l’uomo veniva morsa dal ragno o da qualsiasi animale velenoso del tempo. Oggi San Paolo come ieri diventa necessario antidoto ad una società ambivalente e contraddittoria. San Paolo figlio riconoscente ad una madreterra offesa e soprafatta da secoli dalla sua stessa ragnatela restituisce alle sue “donne” una propria rinascita ipnotica che resiste al proprio tempo tra sacro e profano, tra eros e thanatos nel suono che avvolge e stordisce i sensi nell’ illusione piacevole di rendere al male il proprio veleno. “Le donne di San Paolo” partorienti di un antidoto senza tempo danzano nel rosso pathos dell’anima.
Tre donne raffiguranti tre momenti della possessione. La prima donna ri-vela una condizione culturale e sociale, la seconda s-vela il canto negato, la terza s-viene, dal possesso che porta alla liberazione dal “morso”. (testo di Cosimo Epicoco)