Le attitudini tecnico-speriimentali dell'artista fanno mettere da parte tavolozza e colori per progettare opere che si aprono a nuovo poetiche. Il gesto esecutivo dell'atto del dipingere si sposta a quello del ricoprire le superfici mediante stesure sovrapposte di fogli di carta velina colorata.I fogli sono selezionati seguendo linee rette o lievente flettenti. I ritagli diventano la pelle dei quadri che invogliano un'indagine percettiva tattile. I confini tra le stesure marcano le tarsìe degl incastri cromatici. I livelli emergono o sprofondano gradualemente velina sotto velina. L'artista si avventura tra i colori. Le carte umettate scaricano e dilatano casualmente i limiti delle partiture. L'idea delle traslazioni conduce l'oggetto già pittorico verso qualcosa altro da sè. I modi procedurali di Cosimo Epicoco ricalcano gli impegni assunti con se stesso e con gli altri. Asperità e complessità del vivere quotidiano agiscono nella sua psiche. Così come affronta l'attività educatrice da risultati improbabili (insegna a soggetti autistici e down), alla stessa maniera combatte i limiti della materia, la sua inaccessibilità e non governabilità. Con coerenza, l'artista ha sempre cercato di dimostrare che il fare arte deve tendere simbolicamente ad esprimere i disagi sociali e indicare valori morali, comunicare esperienze, espandere i rapporti umani. (Nota critica a cura di Massimo Guastella)